Prof. Sergio Barlati

(26 Dicembre 1940 – 8 Agosto 2014)

Presidente dell’A.I.B.G., Associazione Italiana di Biologia e Genetica (1996-2001)

Da Giuseppina De Petro

Caro Presidente, Care Colleghe e Cari Colleghi dell’AIBG,

Sono ormai dieci mesi che Sergio Barlati ci ha lasciato. Se ne è andato in silenzio, con elevata dignità, con accettazione piena, anche ironica dell’ultimo problema di salute che l’aveva colpito negli ultimi sei mesi. Scusate questo mio ritardo, ma non ero pronta per scrivere queste due righe in Suo ricordo. Eventi avversi legati all’età occorsi prima di andare in pensione, hanno reso difficoltoso il Suo percorso ed anche il nostro.

Chi è stato Sergio Barlati? Chi è Sergio Barlati?

Nel mio caso è stato colui che mi ha dischiuso le porte della scienza, prima nella comunità scientifica internazionale e poi in quella nazionale. È colui che mi ha offerto la possibilità di andare in giro per il mondo per corsi e congressi internazionali, quindi di incontrare e potermi confrontare con semplicità con alcuni big del momento di alcuni ambiti scientifici. Per me, Sergio Barlati è stato Maestro di metodo scientifico, rigore metodologico; Maestro sempre attento a sviluppare con rapidità le tecnologie più avanzate del momento per uno sviluppo più efficace della ricerca di base; Maestro esigente ed eclettico nei Suoi innumerevoli interessi culturali sviluppati nel tempo (genetica batterica- RSV e trasformazione cellulare- ibridazione somatica- PA, FN ed ECM- genetica umana- neurobiologia-meccanismi di regolazione d’espressione genica- genomica-bioinformnatica…… Vetri parlanti). Negli ultimi anni la Sua curiosità si è evoluta in senso artistico.

Collegandosi con http://www.istitutoveneto.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/66 è possibile ascoltare quella che è stata la Sua ultima conferenza tenuta a Venezia il 3 dicembre 2013 in occasione di un evento organizzato dal Prof Antonio Danieli presso l’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti.

Allegato in pdf il Suo ultimo testo scritto durante l’ultimo periodo, testo che Suo figlio Stefano ha fatto stampare per dargli un’ultima soddisfazione di lavoro negli ultimi mesi di vita.

Dopo il periodo pavese e americano, quello francese e finlandese, Sergio Barlati ha iniziato a lavorare a Brescia negli anni ’80 e la Sua attività ha portato alla fondazione della Scuola di Biologia e Genetica. Contribuire a costruire tale Scuola, è stato per me impegnativo, faticoso, a volte problematico, ma sempre entusiasmante. Non ero la sola a lavorare per questa Scuola, c’era Marina Colombi, e poi con il tempo si sono aggiunti, oltre a più giovani colleghi, anche Giuseppe Borsani e Massimo Gennarelli. Nel tempo, per Sergio Barlati, la Sua Scuola di Biologia e Genetica a Brescia era diventata una ragione di vita. Nel tempo a Brescia ha fondato il Dottorato di Ricerca in Genetica Molecolare Applicata Alle Scienze Mediche, la scuola di Specializzazione in Genetica Medica, Il centro Studio e Ricerche di malattie Genetiche, il Laboratorio accreditato di Citogenetica e Genetica Molecolare; ha ricoperto numerosi incarichi istituzionali, Direttore di Dipartimento per numerosi anni, Presidente del Corso di Studio in Tecniche di Laboratorio, Delegato del Rettore per gli affari Internazionali, Membro del Consiglio di Amministrazione e del Senato Accademico. A livello nazionale ha contribuito a fondare il CIB (Consorzio Interuniversitario Biotecnologie), l’AIBG , la nostra Associazione Italiana di Biologia e Genetica di cui è stato Segretario e Presidente per numerosi anni. In momenti diversi del Suo percorso ha contribuito all’attività scientifica dell’ABCD, SIC e SIGU. Nel periodo estivo, appena dopo la Sua Scomparsa, oltre a Tutti i Vostri attestati di stima e di affetto, ho ricevuto attestati di riconoscimento della Sua onestà intellettuale da parte di colleghi dell’Università di Brescia che magari non avevano condiviso la Sua visione dell’Università; attestati di riconoscenza da parte di colleghi italiani di cui nel tempo era stato Sponsor scientifico nell’Accademia, apprezzamenti per uno scienziato rigoroso da parte di colleghi non accademici che frequentava ai congressi nazionali ed internazionali; ricordi affettuosi da parte dei Suoi colleghi del CNR di Pavia.

Grazie a Sergio Barlati per aver potuto condividere un cammino nella scienza, prima a Pavia e a Helsinki, poi a Brescia.

Grazie a Tutti Voi per il prossimo cammino che deve comunque continuare.

Da Nicoletta Zoppi

Era la primavera del 1990 quando, appena laureata e approdata all’Ateneo bresciano, per la prima volta seguii una lezione magistrale tenuta dal Prof. Barlati ai futuri medici. Non avevo mai sentito raccontare la molecola del DNA in modo così coinvolgente.

Personalità appassionata, eclettica e colta, capace di cogliere le novità scientifiche del tempo e di trasmetterle con il fervido entusiasmo vissuto nel mondo della Ricerca fin da giovane. Profondo conoscitore delle molecole biologiche, colpiva la sua capacità di mostrarle ed interpretarle nella materia vivente, tanto da regalare la percezione visiva di come esse funzionassero e interagissero tra loro. Sapeva raccontare la vita biologica fornendo agli interlocutori una lente di ingrandimento sull’essere umano, tanto da indurli a fare un viaggio “sperimentale” nelle sue cellule.

Queste esperienze didattiche, unitamente ad una condivisione quotidiana con lui della ricerca, arricchita da vivaci, instancabili, talvolta esigenti discussioni riguardo le problematiche scientifiche affrontate, hanno fatto di lui uno studioso abile nel motivare i giovani, dando loro gli strumenti per amare il Sapere e la Ricerca scientifica. Uomo e scienziato esigente, rigoroso, ma chiaro nei giudizi, ricercava un confronto continuo in nome di una profonda onestà intellettuale; sostenitore instancabile dei giovani e delle loro potenzialità intellettuali, sapeva creare le condizioni perché potessero esprimersi e cimentarsi nel dibattito scientifico.

Vive nel tempo l’orgoglio di aver imparato da lui a coltivare la passione per la Ricerca e per l’arte di insegnare la Scienza alle nuove generazioni, obiettivi che hanno animato la sua vita e che hanno contribuito largamente alla nascita e alla crescita dell’Ateneo bresciano, tanto da meritargli il titolo di Professore Emerito.

Da Giovanna Piovani

Ho perso con lui uno scienziato, un maestro, un uomo di eccezionale e forte personalità. Le numerose attività, le opere scientifiche e didattiche che ha lasciato, danno la misura delle sue capacità di maestro e di studioso, armoniosamente fuse nella sua personalità e, la sua figura risulta completa solo se non esaminata sul solo piano scientifico.

Il lutto e il cordoglio non solo dei familiari, degli allievi, ma anche di tutti coloro che avevano avuto la fortuna di avvicinarlo, sono una valida testimonianza delle Sue straordinarie qualità.

Da Alessandro Barbon

Ho lavorato direttamente con il Prof. Sergio Barlati, il Prof., come lo abbiamo sempre chiamato tra noi, dal 1999 fino al giorno in cui è andato in pensione nel 2011. Dodici anni in cui mi ha “cresciuto” come scienziato ed anche come uomo. Mi ha fatto capire che le doti principali di un buon ricercatore sono la curiosità e il dubbio; la capacità di mettere in discussione le teorie più in voga seguendo le proprie intuizioni anche andando controcorrente.

Il Prof. Barlati è stato scientificamente un creativo in tutti i campi della conoscenza di cui si è interessato (una massima di Albert Einstein descrive il suo modo di pensare molto bene: Imagination is more important than knowledge. For knowledge is limited to all we now know and understand, while imagination embraces the entire world, and all there ever will be to know and understand) associando alla creatività e all’immaginazione un rigoroso metodo di lavoro. Innumerevoli sono state le volte in cui una sua idea o intuizione particolarmente “strana” si è poi rivelata reale e foriera di importanti pubblicazioni. Spesso mi ritrovavo a pensare: “ha di nuovo ragione lui!”.

Tra i tanti, un insegnamento importante che il Prof. Barlati mi ha lasciato è stato proprio quello di non seguire strade già battute ma più comode, ma di mettere sempre in dubbio le mie convinzioni per approfondire il più possibile la mia ricerca.

Nei giorni successivi alla sua scomparsa mi è tornata in mente uno scambio di opinioni tra il serio e lo scherzoso che abbiamo avuto durante un viaggio aereo che si compiva sotto un temporale. L’atmosfera ci aveva portato a parlare di che cosa ci fosse dopo la morte e lui da ateo impenitente mi voleva convincere della fasullità delle convinzioni religiose di una vita dopo la morte.

Spero che su questo versante abbia avuto torto, perché mi piace immaginarlo a discutere su come funziona l’universo (come ha fatto e scritto nell’ultimo periodo della sua vita) con chi l’universo l’ha forse generato davvero.

Grazie di tutto Prof.

Da Chiara Magri

La mia vita ha incrociato quella del Prof. un giorno d’estate del 2003, quando studentessa prossima alla tesi di dottorato venni a Brescia per discutere con lui della possibilità di un posto da post-doc nel suo gruppo di ricerca. Mi trovai davanti ad una persona estremamente carismatica, che mi accolse con entusiasmo nel suo gruppo di ricerca e con cui entrai subito in sintonia.

Da allora abbiamo lavorato fianco a fianco fino al giorno in cui andò in pensione. Spesso ci siamo scontrati su questioni scientifiche e…non, perché, come direbbe Lui, siamo “universi paralleli”. Per me la scienza era logica e razionalità, lui mi ha insegnato che è soprattutto arte e creatività.

Proprio come i suoi “Vetri parlanti”.
I vetri parlanti… La prima volta che entrò nel mio studio ad espormi la sua idea rimasi in silenzio e sinceramente pensai “ma questo che mi viene a dire?”. Il mio volto però parlava al posto mio e ad un certo punto si interruppe e mi disse: “Chiara, la smetta di guardarmi come se fossi un vecchio rimbambito!”. Ma come sempre Lui riusciva a vedere oltre, Lui non seguiva gli schemi e le regole…lui li creava. In questo stava, il suo genio, il suo carisma.

Da Alessandro Salvi

Il Prof Barlati ha inciso profondamente nella mia formazione scientifica e per questo gli sono grato. Confrontarmi con lui durante le varie fasi dei progetti di ricerca è stato stimolante ed illuminante. Era esigente e rigoroso, ma lo faceva per amor di scienza e per spronarmi ad ottenere il massimo. Ricordo momenti di giovialità quando lo fotografavo orgoglioso davanti ai suoi vetri parlanti!

From Giuseppina De Petro

Dear President, Dear colleagues of the AIBG,

Sergio Barlati has left us for ten months. He went away in silence, with high dignity, with full acceptance, even ironic of the last health problem that had affected him in the last six months. Sorry for this delay, but I was not ready to write these few lines in his memory. Age-related adverse events that occurred before retiring made it difficult his path, and ours too.

Who was Sergio Barlati? Who is Sergio Barlati?

In my case, it was he who opened the doors of science to me, first in the international scientific community and then in the national one. He is the one who offered me the opportunity to go around the world for international courses and conferences, then to meet and be able to easily compare with some big names of the moment in some scientific fields. For me, Sergio Barlati was Master of scientific method, methodological rigour; Master always careful to rapidly develop the most advanced technologies of the moment for a more effective development of basic research; Demanding and eclectic teacher in his innumerable cultural interests developed over time (bacterial genetics – RSV and cell transformation – somatic hybridization- PA, FN and ECM – human genetics – neurobiology – mechanisms of regulation of gene expression – genomics – bioinformatics …… Talking glasses). In recent years his curiosity had evolved in an artistic sense.

By connecting with the website: http://www.istitutoveneto.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/66 you can listen to what was his last conference held in Venice on December 3, 2013, on the occasion of an event organized by Prof Antonio Danieli at the Veneto Institute of Letters and Arts Sciences.

Attached in pdf is his latest text written during the last period, text that his son Stefano has printed to give him some last job satisfaction in the last months of life.

After the Pavia and American, French and Finnish periods, Sergio Barlati started working in Brescia in the 1980s and his activity led to the foundation of the School of Biology and Genetics. Contributing to building this school was challenging, tiring, sometimes problematic, but always exciting for me. I was not alone in working for this school, there was Marina Colombi, and over time, in addition to younger colleagues, Giuseppe Borsani and Massimo Gennarelli were added. Over time, for Sergio Barlati, his School of Biology and Genetics in Brescia had become a reason for living. Over time in Brescia he founded the PhD in Molecular Genetics Applied to Medical Sciences, the School of Specialization in Medical Genetics, the Study and Research Center of Genetic Diseases, the accredited Cytogenetics and Molecular Genetics Laboratory; he has held numerous institutional positions, Director of the Department for many years, President of the Study Program in Laboratory Techniques, Delegate of the Rector for International Affairs, Member of the Board of Directors and the Academic Senate. At a national level, he helped found the CIB (Interuniversity Biotechnology Consortium), the AIBG, our Italian Association of Biology and Genetics of which he was Secretary and President for many years. At different points in his career, he has contributed to the scientific activity of the ABCD, SIC and SIGU. In the summer, just after his disappearance, in addition to all your certificates of esteem and affection, I received certificates of recognition of his intellectual honesty from colleagues from the University of Brescia who perhaps had not shared his vision of University. I also received certificates of gratitude from Italian colleagues of whom he had been a scientific sponsor in the Academy over time, appreciation for a rigorous scientist from non-academic colleagues who attended at national and international conferences; fond memories from his colleagues at the CNR of Pavia.

Thanks to Sergio Barlati for being able to share a journey in science, first in Pavia and Helsinki, then in Brescia.

Thanks to all of you for the next journey that must continue.

By Nicoletta Zoppi

It was the spring of 1990 when, as soon as I graduated and landed at the University of Brescia, for the first time, I followed a master’s lecture given by Prof. Barlati to future doctors. I had never heard of the DNA molecule in such an engaging way.

He had a passionate, eclectic and cultured personality, capable of grasping the scientific innovations of the time and of transmitting them with the fervent enthusiasm experienced in the world of research from a young age. Profound connoisseur of biological molecules,  his ability to show and interpret them in the living matter was impressive, so as to give the visual perception of how they functioned and interacted with each other. He knew how to tell biological life by providing interlocutors with a magnifying glass on the human being, enough to induce them to make an “experimental” journey in his cells.

These educational experiences, together with a daily sharing with him of the research, enriched by lively, tireless, sometimes demanding discussions about the scientific problems faced, have made him a skilled scholar in motivating young people, giving them the tools to love knowledge and scientific research. A demanding man and scientist, rigorous, but clear in his judgments, he sought continuous confrontation in the name of profound intellectual honesty. He was a tireless supporter of young people and their intellectual potential, and he knew how to create the conditions for them to express themselves and engage in the scientific debate.

Over time the pride remains for having learned from him to cultivate his passion for research and for the art of teaching science to the new generations. These objectives have animated his life and have significantly contributed to the birth and growth of the University of Brescia, to the point that he deserved the title of Professor Emeritus.

By Giovanna Piovani

I lost with him a scientist, a teacher, a man of exceptional and strong personality. The numerous activities, the scientific and educational works he left behind, give the measure of his skills as a teacher and a scholar, harmoniously merged in his personality and, his figure is complete only if not examined on a scientific level only.

The mourning and mourning not only of the family members, the students but also of all those who had been lucky enough to approach him, are a valid testimony of his extraordinary qualities.

By Alessandro Barbon

I worked directly with Prof. Sergio Barlati, Prof., as we have always called him among us, from 1999 until the day he retired in 2011. Twelve years in which he “raised” me as a scientist and also as a man. He made me understand that the main qualities of a good researcher are curiosity and doubt; the ability to question the most popular theories by following their intuitions, even going against the current.

Prof. Barlati has been scientifically creative in all the fields of knowledge he is interested in (a maxim by Albert Einstein describes his way of thinking very well: “Imagination is more important than knowledge. For knowledge is limited to all we now know and understand, while imagination embraces the entire world, and all there ever will be to know and understand”) by combining creativity and imagination with a rigorous working method. There have been innumerable times when one of his particularly “strange” ideas or intuitions turned out to be real and a harbinger of relevant publications. I often found myself thinking: “he’s right again!”.

Among the many, one important teaching that Prof. Barlati left me was precisely that of not following already beaten but more comfortable paths, but of always doubting my beliefs to deepen my research as much as possible.

In the days following his disappearance, an exchange of opinions between the serious and the joking that we had during an air journey that took place under a storm came to mind. The atmosphere had led us to talk about what was after death, and he wanted to convince me, as an unrepentant atheist,  of the false religious beliefs about life after death.

I hope he was wrong on this side, because I like to imagine him discussing how the universe works (as he did and wrote in the last period of his life) with whom the universe, perhaps, has generated indeed.

Thanks for everything Prof.

By Chiara Magri

My life crossed that of Prof. one day in the summer of 2003 when as a student close to the doctoral thesis I came to Brescia to discuss with him the possibility of a post-doc position in his research group. I found myself in front of an extremely charismatic person, who welcomed me with enthusiasm into his research team and with whom I immediately got in tune.

Since then, we have been working side by side until the day he retired. We often clashed on scientific (or not) questions because, as he would say, we are “parallel universes”. For me, science was logic and rationality, and he taught me that it is above all art and creativity.

Just like his “talking glasses”.

Talking glasses… The first time he entered my studio to explain his idea, I was silent, and sincerely I thought “what is this man telling me?”. My face, however, spoke for me and at a certain point, he stopped and said to me: “Chiara, stop looking at me as if I were an old fool!”. But as always he could see beyond, he did not follow the patterns and rules… he created them. That was his genius, his charisma.

By Alessandro Salvi

Prof Barlati has profoundly affected my scientific education, and I am grateful to him for this. Confronting him during the various phases of the research projects was stimulating and illuminating. He was demanding and rigorous, but he did it for the sake of science and to encourage me to get the most out of it. I remember moments of joviality when I photographed him proudly in front of his talking glasses!